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Lydia Martin // Stiles Stilinsk.
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Malia
▲Werewolf: | Buono LegaleLa nostra corsa terminò quando arrivammo al limite del precipizio. Entrambi ci sporgemmo lievemente, osservando il burrone che si estendeva verso il nulla in una nebbia di vapori acquei, il rumore dell'acqua in quel punto era così forte e il flusso era così potente che poteva essere paragonato a una frana di massi che ti colpiva. Il piano di Jordan era di far cadere giù la creatura? Non lo seppi mai, perché non appena il ragazzo si voltò verso di me per rispondere alla mia domanda la creatura ci raggiunse, puntando con la carica di un toro accecato dalla rabbia dritta a me. Avvenne tutto in un istante, Jordan mi si buttò contro spingendomi via e facendomi cadere a terra, la creatura non cambiò la sua traiettoria e si fiondò sul ragazzo con un balzo, cingendogli la vita con le gambe e afferrandolo per il colletto della giacca. Mi tirai su il più infetta possibile, mentre Jordan cercava di divincolarsi per sfuggire alla presa della creatura, mi buttai su di loro dell'esatto momento il cui Jordan perse l'equilibro e cadde all'indietro "JORDAAAN!" urlai, mentre la mia mano, tesa verso di loro, stringeva l'aria mentre cadevo nuovamente a terra per lo slancio. Il busto che pendeva dal dirupo e il braccio teso verso la figura di Jordan che cadeva, diventando sempre più piccola e in un secondo venne inghiottito dai vapori dell'acqua.
Rimasi immobile per qualche momento, non riuscendo a credere a ciò che era appena successo. Jordan si era frapposto tra me e quella creatura, era caduto giù da burrone per salvarmi. Il mio respiro si smorzò, mentre lentamente mi tiravo su, improvvisamente sola in quel dirupo, strinsi le labbra, guardandomi in torno, mentre tutto il mio corpo lentamente si spegneva. Era morto? Non potevo esserne sicura, un Lupo avrebbe potuto salvarsi, magari era solo ferito, e la creatura? Era già risorta una volta, avrebbe potuto farlo di nuovo.
Mi alzai e percorsi il perimetro dello strapiombo, cercando un posto in cui le rocce sporgenti erano abbastanza asciutte per poterle usare per scendere. Usando gli artigli mi aggrappai alle rocce, scendendo il pendio, un po scivolando, un po aggrappandomi da una roccia all'altra, e un po buttandomi giù.
Lungo il tragitto mi ferì o caddi malamente, ma sarei guarita in fretta, quindi non gli diedi importanza. Quando arrivai a una distanza abbastanza ragionevole mi buttai giù, tuffandomi nell'acqua gelida che mi tolse il fiato, fortunatamente mi ero buttata nell'unico punto vicino al pendio in cui l'acqua era profonda, quando riemersi presi una grande boccata d'aria e cominciai a nuotare, cercando di tornare nel punto in cui Jordan e la creatura erano precipitate. Fiutare il suo odore si rivelò pressoché impossibile in quelle condizioni, così affidai tutto alla mia vista.
Jordan avrebbe potuto già essere stato trascinato via dalla forte corrente dell'acqua, o il suo corpo avrebbe potuto essere incastrato dalle rocce da qualche parte, o la creatura magari se lo era portato via. Rimasi nell'acqua per diversi minuti, restando sempre vicino al pendio della cascata, dove l'acqua mi arrivava a mezzo busto e le rocce sommerse mi procuravano un appoggio saldo, in modo da non essere trasportata via dalla corrente. Ma non vidi nessuno dei due corpi, fino a quando una sagoma strana non attirò la mia attenzione: il corpo di Jordan era incastonato in maniere innaturale tra le rocce al limite della cascata "Jordan".
Mi avvicinai a lui, il più velocemente possibile, lasciandomi anche trascinare dalla corrente per raggiungerlo. Mi aggrappai alle rocce che lo circondavano e mi tirai su, appoggiando l'orecchio al suo torace, il suo cuore batteva ancora, anche se il battito cardiaco era notevolmente basso. Alzai il volto e lo posai sul suo, piegato a destra "Jordan" lo chiamai, dandoli degli schiaffetti sul volto "Jordan" doveva guarire, doveva cominciare a guarire da solo o sarebbe morto. Per un momento valutai l'opzione di trascinarlo di peso a riva, in modo da essere più comodi e di toglierlo da quegli scogli appuntiti, ma non sapevo se ne avevo in tempo.
Mi tirai su, mettendomi a cavalcioni su di lui "Scusa" dissi mentre gli afferravo il braccio sinistro, piegato all'indietro visibilmente rotto, e glielo tiravo di scatto. Un rumore secco ti ossa che si spostavano sovrasto per un momento il rumore dell'acqua, mentre il suo braccio tornava a posto. Doveva guarire, perché non stava guarendo?!
"Guarisci Jordan!" dissi, tirandogli un pugno in faccia, seguito subito da un altro. Poteva sembrare una mossa drastica, ma i Lupi si accendevano con il dolore, il dolore era ciò che innescava la guarigione.code by © FlowerPower
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.▲ luogo della role | mood: | data della role ▼Jordan Collins
Ero morto? Ero vivo? Stavo pensando, ne ero certo. Ma il mio pensiero mi appariva distante, impersonale, come se lo stessi formulando e al contempo rimanesse sospeso in un limbo ombroso, in attesa di essere definito dalle azioni celebrali del mio inconscio. Da svenuto doveva funzionare così, non essendo del tutto svegli, il pensiero non era mai del tutto completo. E da morti? Insomma, prima di diventare fantasmi...sempre che questa cosa mi fosse concessa. Ero giù un Licantropo da vivo, sarebbe stato un jolly diventare un licantropo-fantasma anche da...
CRACK
Ero vivo. Spalancai gli occhi e gettai il busto in avanti. In un solo colpo, come se una valanga mi avesse investito, cominciai a sentire di nuovo tutto. Le sensazioni e le emozioni tornarono ad animarmi come un fulmine a ciel sereno. Automaticamente, le mie labbra si spalancarono e si contrassero, ma il mio volto deformato dal dolore e dalla vita non venne accompagnato da un urlo sofferente, bensì da un ruggito. Un ruggito forte, intenso, rauco e selvaggio. Gli occhi brillavano dorati, ne ero certo, mentre l'eco del mio Io Lupesco si diffondeva ovunque nella notte, sovrastando anche lo scroscio continuo della cascata sopra la mia testa...le nostre teste.
Non appena finii di ruggire, cominciai ad ansimare, calmandomi. Sentivo che i miei occhi non avevano ancora smesso di brillare, era come se pungessero ogni volta che si accendevano, come se la rabbia del lupo prendesse forma concreta nell'oro di quelle iridi. Lasciai le labbra appena schiuse, mentre mi rendevo conto di essere bagnato dalla testa ai piedi, avevo tagli e squarci nei vestiti in punti che non credevo nemmeno di possedere, la maglietta era completamente stracciata e le ferite si stavano lentamente rimarginando. Mi accorsi di essere sdraiato su una superficie rocciosa, irregolare e frastagliata. Era anche abbastanza scomoda, dalla vita in giù ero ancora sommerso dalle acque nere e gelide del lago. Mi guardai attorno e vidi Malia, sorprendentemente, le mani chiuse a pugno e le nocche scure. In quel preciso istante sentii un forte pizzicorio puntellarmi le guance. Lanciai a Malia uno sguardo un po' allucinato. Da cosa potevo partire? Dal fatto che mi stesse prendendo a pugni o dal fatto che ero quasi morto?
I ricordi mi tornarono a galla come un fiume in piena...la creatura, l'inseguimento, la caduta. Lanciai un'occhiata fugace attorno a me, osservando le pareti rocciose che si sollevavano in cerchio per dare vita alla conca di pietra che ospitava la caduta della cascata. Le sagome irregolari degli alberi che si stagliavano sul cielo notturno.Della creatura non vi era alcuna traccia.
"...grazie." Le risposi, incapace di dire alcunché. Per quanto ricordassi tutto l'accaduto, i pensieri dentro la mia testa erano ancora da riordinare, mi limitai a sbattere un paio di volte le palpebre e a sospirare. Mi volevo prendere un paio di minuti per ristabilire il contatto con la realtà.❝When the night, has come, and land is dark, and the moon is the only light we'll see.CODICE ROLE SCHEME © dominionpf. -
Lydia Martin // Stiles Stilinsk.
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Malia
▲Werewolf: | Buono LegaleAl secondo pugno in faccia gli occhi di Jordan si spalancarono, brillando nella notte e, con un ruggito, il suo busto scattò in avanti. Mi trassi indietro, mentre Jordan riprendeva fiato e si guardava intorno, gli occhi color dorati che guizzavano da una parte all'altra, risplendendo nella notte, mentre lui riprendeva coscienza dell'accaduto. Sospirai di sollievo, sapendo di averlo salvato per un soffio, una caduta del genere era mortale per qualsiasi essere sovrannaturale. Rimasi in ginocchio accanto a lui, sedendomi sulle gambe, mentre il ragazzo osservava il mio pugno, ancora stretto e poi me, a quello sguardo abbassai la mano, portandola sulle gambe bagnate insieme all'altra, mentre osservavo le sue ferite guarire rapidamente "...grazie." sussurrò lui, ancora visibilmente turbato per aver quasi rischiato la vita "Non provare mai più a salvarmi la vita, Jordan" dissi, alzandomi in piedi sulle rocce "Anche se mi è piaciuto prenderti a pugni in faccia" dissi, senza troppa allegria nella voce. Non ero una che si legava alle persone, ma Jordan era l'unica persona legata alla mia infanzia ancora in vita e perderla ora non era nei miei piani.
Avevo ucciso tutta la mia famiglia una notte di luna piena in cui non ero riuscita a controllare la trasformazione, diventando orfana per mano mia. Il branco che mi aveva accolto ora si trovava anch'esso sottoterra e Logan, il nostro Alpha, era scomparso. Jordan era l'unica persona che mi era rimasta e non aveva la più assoluta intenzione di perderlo.
Non sarei rimasta l'unica a rimanere l'unica viva. Se c'era qualcuno che doveva morire ero io.
Allungai una mano verso di lui per aiutarlo ad alzarsi "Ti accompagno a casa, continueremo la ricerca di Logan un altro giorno"code by © FlowerPower
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Junior1.
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